Reddito di cittadinanza: cosa si può comprare?

Quali beni o servizi si possono pagare con la Carta destinata alle famiglie meno abbienti? E quali, invece, restano esclusi dal beneficio?

Un aiuto alle famiglie meno abbienti associato ad un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro e di inclusione sociale. Questo è lo spirito del Reddito di cittadinanza, la misura di contrasto alla povertà introdotta nel 2019 dal primo Governo presieduto da Giuseppe Conte. Il sussidio viene erogato in una particolare Carta con la quale è possibile effettuare alcuni tipi di acquisti. Si parla, ovviamente, di spese destinate a soddisfare le necessità primarie, non certo di quelle che possono essere ritenute superflue. Quindi, con la Carta del Reddito di cittadinanza, cosa si può comprare?

Il senso di questa misura di sostegno è quello di permettere a chi non ha un’occupazione di non far mancare a sé stesso e al nucleo familiare le cose più indispensabili come il cibo, i vestiti, la possibilità di pagare le bollette ed altre cose che vedremo di seguito. Per questo motivo, è stato deciso di mantenere l’aiuto, nonostante le critiche piovute sia dall’Italia sia dall’Europa, potenziando la parte che riguarda il reinserimento lavorativo ed evitando che diventi una mera forma di assistenzialismo fine a sé stesso.

Vediamo, allora, cosa si può comprare con la Carta del Reddito di cittadinanza e quali sono le spese escluse.

Indice:

1 Reddito di cittadinanza: come si ottiene la Carta?

2 Reddito di cittadinanza: cosa si può fare con la Carta?

3 Reddito di cittadinanza: quali sono le spese ammesse?

4 Reddito di cittadinanza: quali sono le spese escluse?

5 Reddito di cittadinanza: come fare per rinnovarlo?

Reddito di cittadinanza: come si ottiene la Carta?

Per ottenere la Carta del Reddito di cittadinanza è necessario presentare domanda online sul sito dedicato (redditodicittadinanza.gov.it) oppure presso un Caf, cioè un centro di assistenza fiscale. È possibile rivolgersi anche agli uffici postali dopo il quinto giorno di ogni mese.

Sono necessari questi requisiti:

essere cittadino italiano o europeo o lungo soggiornante e risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in via continuativa;

avere un Isee (Indicatore di situazione economica equivalente) aggiornato inferiore a 9.360 euro annui;

avere un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;

avere un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può essere incrementato in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e delle eventuali disabilità presenti nello stesso;

avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.

Una volta presentata la domanda, entro 10 giorni, vengono trasferiti i dati all’Inps. L’Istituto, a sua volta, controlla entro i successivi 5 giorni se il richiedente è in possesso di questi requisiti. In caso affermativo, invia all’interessato la comunicazione in cui specifica in quale ufficio postale può ritirare la sua Carta del Reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: cosa si può fare con la Carta?

Una volta ritirata la Carta del Reddito di cittadinanza, il titolare può utilizzarla per:

fare dei prelievi di denaro contante presso gli sportelli Atm postali e bancari nel territorio italiano, fino ad un massimo di 100 euro al mese per i nuclei familiari composto da una sola persona;

acquistare i beni consentiti pagando direttamente con la Carta tramite il Pos dell’esercizio;

fare un bonifico mensile SEPA/Postagiro presso un ufficio postale per pagare la rata dell’affitto o la rata del mutuo;

pagare tutte le utenze domestiche ed altri servizi quali, a titolo esemplificativo, le mense scolastiche, presso gli Uffici Postali (con bollettini o Mav postali) e presso tutti gli esercizi commerciali abilitati (tabaccai, i supermercati, bar, ecc.).

Reddito di cittadinanza: quali sono le spese ammesse?

Con la Carta del Reddito di cittadinanza, come detto, oltre al pagamento dell’affitto o del mutuo e delle utenze domestiche, è possibile comprare solo determinati beni. Si tratta di:

alimenti;

vestiti;

farmaci;

libri;

mobili;

piccoli o grandi elettrodomestici;

cellulari.

Reddito di cittadinanza: quali sono le spese escluse?

La norma che regola il Reddito di cittadinanza parla espressamente della possibilità di pagare l’affitto o la rate del mutuo. Se ne deduce che con la Carta non è possibile pagare le spese condominiali.

Non è possibile effettuare acquisti nei negozi online o utilizzare la Carta per i giochi che prevedono delle vincite in denaro o in altre utilità

Inoltre, sono escluse le spese per l’acquisto di:

navi, imbarcazioni di diporto o servizi portuali (sono vietati anche il noleggio o il leasing);

armi;

materiale pornografico e beni e servizi per adulti;

servizi finanziari e creditizi;

servizi di trasferimento di denaro;

servizi assicurativi;

servizi di streaming;

superalcolici;

articoli di gioielleria;

articoli di pellicceria;

acquisti presso gallerie d’arte e affini;

acquisti in club privati.

Va sottolineato che l’importo caricato sulla Carta del Reddito di cittadinanza deve essere speso entro la fine del mese successivo. In caso contrario, la parte non utilizzata viene scalata entro il limite del 20% del Reddito spettante nella mensilità successiva a quella in cui il sussidio non è stato interamente speso.

Reddito di cittadinanza: come fare per rinnovarlo?

La procedura per chiedere il rinnovo del Reddito di cittadinanza non cambia rispetto alla prima richiesta, quindi occorre farla online sul sito del Reddito, presso il Caf o negli uffici postali. La domanda va presentata il mese successivo a quello della scadenza. Significa che ci sarà sempre un mese di stop all’erogazione tra i primi 18 mesi e gli altri 18 mesi di sussidio.

Al momento della richiesta di rinnovo, occorrerà indicare eventuali variazioni della composizione del nucleo familiare. In questo caso, se la modifica avviene durante il periodo di fruizione del sussidio, il limite dei 18 mesi si applica al nuovo nucleo o, eventualmente, ad ogni nucleo che si è formato in seguito alla variazione.

Ci sarà bisogno di presentare l’Isee nel caso in cui il nucleo si divida in due perché, ad esempio, uno dei figli si è sposato e ne ha formato uno proprio mentre veniva erogata la prestazione. Se questo avviene, ad esempio, dopo i primi 12 mesi, il nucleo vecchio e quello nuovo presentano di nuovo la domanda con il Dsu ed a ciascuno di loro spetta il reddito per i restanti 6 mesi fino alla scadenza dei 18 mesi. Sempre che entrambi ne abbiano i requisiti.

Se, invece, nel nucleo familiare si registrano un decesso o una nuova nascita, non va presentata una nuova domanda: la prestazione viene erogata continuativamente fino alla scadenza dei 18 mesi.

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