Il concorso di colpa nell’omicidio stradale. Sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 24820 del 25 giugno 2021.

Sinistro: quando c’è responsabilità anche della vittima? In quali casi l’autore del reato ha diritto a uno sconto di pena?

Quando si commette un illecito, una parte di responsabilità potrebbe essere attribuita anche alla persona che, alla fine, ne ha pagato le conseguenze. Ad esempio, se un pedone attraversa la strada sulle strisce, ma lo fa in piena notte con uno scatto fulmineo e imprevedibile, non tutta la responsabilità può essere addossata al conducente che, col proprio veicolo, ha investito il pedone avventato. Questo principio vale anche nel diritto penale, cioè quando il fatto commesso costituisce un reato. Con questo articolo parleremo del concorso di colpa nell’omicidio stradale.

Secondo la legge, chi provoca la morte di una persona violando le regole del Codice della strada commette il grave delitto di omicidio stradale, punito con la reclusione da due a sette anni, salvo aumenti di pena per il ricorrere di circostanze aggravanti, come ad esempio nel caso in cui il fatto sia stato commesso mentre si era alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Al contempo, però, la legge prevede la diminuzione della pena quando l’evento non sia esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del colpevole. È qui che entra in gioco il concorso di colpa nell’omicidio stradale. Occupiamocene meglio.

Indice:

1 Concorso di colpa: cos’è?

2 Omicidio stradale: cos’è?

3 Omicidio stradale: quando la pena è diminuita?

4 Quando c’è concorso di colpa nell’omicidio stradale?

Concorso di colpa: cos’è?

Il concorso di colpa fa riferimento a quelle situazioni in cui un fatto, considerato illecito dalla legge, sia attribuibile alla responsabilità di più persone.

Tradizionalmente, il concorso di colpa è riferito ai sinistri stradali. Per legge [1], infatti, nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli mezzi.

Concorso di colpa nel sinistro stradale significa che la responsabilità dell’incidente non è imputabile solamente a un soggetto ma almeno a due. Si ha dunque concorso di colpa anche quando le percentuali non sono paritarie; l’importante è che non sussista responsabilità esclusiva.

Il principio di pari responsabilità presume sempre il concorso di colpa. Tocca ai soggetti coinvolti sconfessarlo, provando di aver osservato un comportamento che, nei limiti della normale diligenza, sia esente da colpa e conforme alle norme del codice della strada.

La presunzione di concorso di responsabilità nel caso di sinistro stradale vale solo nel diritto civile, cioè quando si deve procedere a determinare la misura del risarcimento.

In ambito penale, il concorso di colpa può comunque sussistere se, dopo accurata indagine, si dimostra che la vittima ha, in qualche modo, contribuito con la propria condotta imprudente alla realizzazione dell’illecito; nella fattispecie, alla propria morte.

In pratica:

nel diritto civile, il concorso di colpa in caso di sinistro stradale è la regola. Tocca poi alle persone coinvolte dimostrare di non avere responsabilità o di averne in misura minore del 50%;

nel diritto penale, il concorso di colpa può applicarsi solo se, a seguito delle investigazioni e della ricostruzione dei fatti, concretamente si stabilisce che l’evento delittuoso non è imputabile solamente a un soggetto.

Omicidio stradale: cos’è?

Come ricordato in apertura, è punito con la reclusione da due a sette anni chi cagiona per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale.

Le pene sono aumentate (reclusione da otto a dodici anni) nel caso di omicidio stradale causato da chi si è posto alla guida in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione derivante dall’assunzione di stupefacenti.

Altre aggravanti sono previste nel caso di particolari infrazioni al codice della strada (guida contromano, velocità pari o superiore al doppio di quella consentita, ecc.) [2].

L’omicidio stradale è un delitto colposo: significa che questa specifica responsabilità penale del conducente si configura solamente se il fatto si è verificato senza l’intenzione di volerlo commettere.

In altre parole, l’omicidio stradale presuppone che l’evento della morte non debba essere voluto, ma debba essere solo la conseguenza della propria imprudenza, negligenza o imperizia.

Tutto ciò significa che a colui che investe e uccide volontariamente una persona non si applicherà la norma che punisce l’omicidio stradale, bensì la più grave norma che sanzione l’omicidio.

Omicidio stradale: quando la pena è diminuita?

La legge non prevede solamente ipotesi in cui l’omicidio stradale debba essere punito più severamente per la particolare gravità della condotta del responsabile, ma anche un caso in cui la pena debba essere diminuita. È ciò che accade nel caso di concorso di colpa.

Secondo il Codice penale, qualora la morte non sia esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del conducente, la pena è diminuita fino alla metà.

 

Si pensi al caso del pedone che attraversa la strada in curva o senza alcun preavviso, oppure a colui che viene travolto all’interno della propria auto perché ha parcheggiato subito dopo un dosso, o ancora al ciclista che, nonostante la pista ciclabile, si trovi nel bel mezzo della carreggiata.

In casi del genere, quando anche la condotta della vittima non è immune da censure, l’autore dell’omicidio stradale può beneficiare di uno sconto di pena fino alla metà.

Resta ora da capire in quali casi ricorre, concretamente, il concorso di colpa nell’omicidio stradale.

Quando c’è concorso di colpa nell’omicidio stradale?

In linea di massima, individuare un concorso di colpa nel caso di omicidio stradale non è difficile: ogni volta che la vittima ha violato il Codice della strada, è configurabile una colpa anche a suo carico.

In altre parole, c’è sicuramente concorso di colpa nel reato di omicidio stradale se la vittima ha violato a propria volta le norme del Codice della strada, esattamente come ha fatto colui che ha causato la sua morte.

Secondo la Corte di Cassazione [3], però, non è questo l’unico caso di concorso di responsabilità. A parere dei supremi giudici, non occorre necessariamente l’illecito altrui per far dimezzare la pena: basta anche un comportamento anomalo e incolpevole da parte della stessa vittima oppure di un altro soggetto per poter avere lo sconto.

In altre parole, per beneficiare dell’attenuante in questione non è necessario che la vittima abbia anch’ella violato il codice della strada o commesso qualche atto illegale: anche una sua semplice imprudenza, se ha contribuito a causare l’evento-morte, è sufficiente per far ottenere al responsabile dell’omicidio colposo una riduzione della pena.

Secondo la Cassazione, c’è concorso di colpa ogni volta che il comportamento della vittima consiste in una condotta non perfettamente lecita, anche se non necessariamente rimproverabile, come può accadere nelle ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore. Di conseguenza, l’attenuante fa riferimento a tutte quelle condotte della vittima anomale rispetto all’ordinario svolgersi degli eventi, senza perciò che venga commesso un illecito, come potrebbe essere una violazione del Codice della strada.

In concreto, ciò significa che, se un automobilista investe un pedone che era inciampato e caduto in strada per sbaglio, beneficerà comunque dell’attenuante derivante dal concorso di colpa, anche se la vittima non aveva violato alcuna norma del Codice della strada.

Lo stesso dicasi se la vittima si è trovata nel bel mezzo della carreggiata per essere stata sbalzata dalla propria moto a causa di un precedente evento, magari da una improvvisa e violenta raffica di vento.

Note:

[1] Art. 2054 cod. civ.

[2] Art. 589-bis cod. pen.

[3] Cass., sent. n. 24820 del 25 giugno 2021.

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