Divieto di pignoramento prima casa: la farsa.

Corte Costituzionale: incostituzionale lo stop al pignoramento della prima casa dal primo gennaio al 30 giugno 2021.

La magistratura non fa niente per recuperare un’immagine seria. Come in questa farsa sul divieto di pignoramento della prima casa nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2021: divieto introdotto dal decreto Milleproroghe ed oggi dichiarato incostituzionale. Una farsa perché la dichiarazione di incostituzionalità – e quindi l’eliminazione della norma dal nostro ordinamento – interviene solo ora al 22 giugno 2021 ossia comunque alle porte della scadenza della misura.

A dirlo è stata la Corte Costituzionale con la sentenza n. 128/21 pubblicata ieri mattina.

Secondo la Corte quindi, tutte le procedure esecutive aventi ad oggetto la prima casa – che per effetto della pandemia erano state bloccate – ora possono riprendere il loro corso, in questi ultimi 7 giorni di tempo che sarebbero intercorsi comunque dalla loro naturale riapertura.

Secondo la Consulta è illegittima la proroga al divieto di pignoramento e quindi doveva essere pignorabile la prima casa del debitore nel periodo compreso fra il primo gennaio al 30 giugno 2021. Peccato però che, nonostante le sentenze della Corte Costituzionale abbiano valore retroattivo, il tempo non torna indietro e ormai ciò che è stato bloccato lo rimane per il passato.

I giudici a questo punto avranno fissato già una data di rinvio – chissà a quanti mesi di distanza – e di certo non saranno ora loro ad anticipare il proprio lavoro per iniziare prima del tempo, ossia in quest’ultima settimana di giugno, le procedure che erano state sospese.

È vero – ha scritto la Consulta – il diritto all’abitazione ha natura di «diritto sociale», ma il sacrificio richiesto ai creditori sarebbe dovuto essere dimensionato rispetto alle reali esigenze di protezione dei debitori, con l’indicazione di adeguati criteri selettivi. Non c’è dubbio, tuttavia, che il legislatore possa realizzare un diverso bilanciamento se l’emergenza epidemiologica dovesse richiederlo.

Questo è l’ennesimo esempio di come i tempi della giustizia rendano del tutto inutile la giustizia stessa.

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