Risarcimento da perdita di chance: quando spetta?

Quando sfuma un’occasione o non si riesce ad ottenere un risultato sperato c’è un danno, ma solo in alcuni casi è risarcibile.

Un candidato viene ingiustamente escluso da un concorso pubblico e perde la possibilità di essere assunto. Un paziente non grave si ricovera in ospedale per un banale intervento chirurgico e muore. Il numero telefonico di un imprenditore o di un professionista viene inserito in maniera sbagliata nell’elenco o su Internet e così nessuno dei potenziali clienti lo chiama. Sono tutti casi in cui si perde un’aspettativa legittima e non si ottiene il risultato voluto ed il guadagno auspicato. Per questa perdita di chance, quando spetta il risarcimento?

La perdita di chance può avvenire in vari ambiti: può verificarsi sul lavoro, nella salute o in altri aspetti della vita, spesso intrecciati tra loro. Se subisci un incidente stradale e ti infortuni, potresti perdere l’occasione di presentarti ad un provino di selezione o ad un colloquio di assunzione. Talvolta, queste occasioni non si ripetono e le opportunità sfumano definitivamente. Ciò che accomuna tutti i diversi casi che possono verificarsi è il tipo di danno che deriva da queste opportunità perdute e che ragionevolmente avrebbero potuto realizzarsi, se non ci fosse stato di mezzo un determinato evento che le ha precluse.

Se rifletti su quanto abbiamo appena detto capirai che stabilire quando spetta il risarcimento da perdita di chance è piuttosto complesso, perché si tratta di ragionare in termini di possibilità, aspettative ed ipotesi più o meno ragionevoli e probabili. Così la giurisprudenza ha stabilito una serie di criteri da rispettare per ottenere il riconoscimento di questa importante voce di danno.

Indice:

1 Il risarcimento del danno da perdita di chance

2 Il risarcimento per perdita di chance sul lavoro

3 Il danno da perdita di chance nella colpa medica

4 Risarcimento danno da perdita di chance: giurisprudenza

Il risarcimento del danno da perdita di chance

La chance è un’opportunità, una possibilità di successo, un’occasione favorevole. Per il diritto, il danno da perdita di chance non consiste nel venir meno di un’aspettativa ipotetica ed irrealizzabile, bensì di una speranza ragionevole e concreta di conseguire un determinato risultato favorevole.

Il risarcimento del danno da perdita di chance è riconosciuto quando il danneggiato riesce a provare, anche presuntivamente, che avrebbe ottenuto la realizzazione della sua aspirazione, se non fosse accaduto un fatto intermedio – ed, ovviamente, illecito o comunque ingiusto – che ha modificato la catena degli avvenimenti ed ha impedito questo evento auspicato.

Per questo motivo, la giurisprudenza richiede sempre la dimostrazione che, senza quel fatto impeditivo, ci sarebbe stata un’apprezzabile probabilità di ottenere il risultato positivo ed utile. Solo in questo caso, il danno è risarcibile, in quanto l’evento che lo ha provocato ha leso un’aspettativa legittima e già in essere. Come per qualsiasi altro tipo di danno, anche la perdita di chance deve essere conseguenza immediata e diretta del fatto illecito.

Il risarcimento per perdita di chance sul lavoro

In ambito lavorativo, è frequente la verificazione dei danni da perdita di chance. A seconda dei casi, ci può essere una mancata assunzione, l’esclusione da un concorso, un’omessa promozione o il mancato conseguimento di incarichi utili per la progressione in carriera. Anche la preclusione ad ottenere un posto di lavoro migliore integra un danno da perdita di chance.

 

Il danno da perdita di chance nella colpa medica

In tema di responsabilità professionale, come quella dell’attività medica o chirurgica eseguita negligentemente o in maniera imperita, la perdita di chance si traduce nelle possibilità di sopravvivenza che il paziente curato oppure operato avrebbe avuto se non vi fosse stata quella colpa medica che ha provocato il suo decesso.

In questi casi, la giurisprudenza adotta la regola del «più probabile che non» per stabilire il grado di possibilità di salvezza con un livello superiore almeno al 50%, come ha ribadito il tribunale di Taranto in una recente sentenza [2] riguardante il caso di un paziente affetto da un tumore e che era stato sottoposto ad una serie di interventi neurochirurgici e, infine, era morto: il risarcimento dei danni è stato negato perché la sua speranza di vita era già gravemente compromessa.

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