Incidenti mortali sul lavoro in aumento dell’11,4% nel primo trimestre 2021.
ROMA – Calano gli infortuni, anche perché calano gli occupati e la quantità del lavoro, e si riducono anche le denunce di infortunio, ma non calano gli incidenti mortali: nei primi tre mesi di quest’anno, rileva l’Inail, sono stati 185, 19 in più rispetto alle 166 denunce registrate nel primo trimestre del 2020 (+11,4%). Il caso di Luana D’Orazio, l’operaia ventiduenne morta mentre lavorava in una fabbrica tessile della provincia di Prato, a Oste di Montemurlo, è espressione di un fenomeno che sta diventando sempre più grave, nonostante ci si poteva aspettare anche un calo degli incidenti mortali visto che si è ridotto il numero degli incidenti sul lavoro.
Un andamento che rispecchia quello che è successo nel 2020: “Le denunce con esito mortale nel 2020 sono state 1.270, 181 In più rispetto al 2019, una crescita del 16%. – ha riferito qualche giorno fa il presidente dell’Inail Franco Bettoni, in occasione della Giornata Mondiale per la Salute e la sicurezza sul lavoro – L’incremento è influenzato soprattutto dalle morti avvenute a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, che rappresentano circa un terzo dei decessi denunciati all’Inail da inizio 2020. Il dato, dunque, è alterato dall’emergenza sanitaria. Se prendiamo infatti in considerazione il quinquennio 2015-2019 assistiamo a una diminuzione dei decessi in ambito lavorativo del 9,6%, a dimostrazione della validità delle politiche di prevenzione e sensibilizzazione verso il tema della sicurezza sul lavoro”.
E infatti nei dati 2020 le categorie di lavoratori maggiormente colpite dalla pandemia sono gli operatori socio-sanitari, i medici, gli operatori socio-assistenziali e il personale non qualificato che svolge il proprio lavoro all’interno delle strutture ospedaliere. “Tutte queste categorie- aggiunge il presidente Inail- raccolgono circa il 79% dei contagi professionali. Oltre al comparto sanitario e assistenziale hanno patito la pandemia più di altri lavoratori: gli impiegati amministrativi, i conducenti, gli addetti ai servizi di pulizia, direttori e dirigenti amministrativi e sanitari”.
Anche nei dati del primo trimestre, del resto, tra i settori economici si distingue ancora il settore Ateco “Sanità e assistenza sociale”, che nel primo trimestre 2021 presenta un aumento del 75% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto al pari periodo del 2020. Ma per gli infortuni mortali non si riscontra più questa forte concentrazione nel settore sanitario: i dati rilevati al 31 marzo di ciascun anno evidenziano per il primo trimestre di quest’anno un decremento solo dei casi di morti avvenute durante i trasferimenti da e per il lavoro, passati da 52 a 31, probabilmente per via della maggiore incidenza dello smart working, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 40 in più (da 114 a 154). L’aumento ha riguardato tutti i settori: industria e servizi (da 146 a 158 denunce), agricoltura (da 11 a 16) e del conto Stato (da 9 a 11).
Dall’analisi territoriale per il primo trimestre 2021 emerge un aumento di due casi mortali nel Nord-Ovest (da 45 a 47), di quattro nel Nord-Est (da 34 a 38) e di 11 casi sia al Centro (da 23 a 34) che al Sud (da 47 a 58). Nelle Isole, invece, si registra un calo di nove decessi (da 17 a 8). Le regioni che presentano l’aumento più consistente sono il Lazio (+12 casi), l’Abruzzo (+8), la Lombardia (+6) e la Campania (+5), quelle con il maggior decremento Sicilia (-7 casi), Piemonte e Puglia (-4 decessi per entrambe).
L’aumento rilevato nel confronto tra i primi trimestri del 2020 e del 2021 riguarda sia gli uomini, i casi mortali denunciati sono passati da 155 a 171, sia le donne, che hanno registrato tre casi in più (da 11 a 14). L’incremento riguarda solo le denunce dei lavoratori italiani (da 137 a 158), mentre sono in calo quelle dei lavoratori stranieri comunitari (da 10 a 9) ed extracomunitari (da 19 a 18). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi per gli under 40 (17 decessi in meno), mentre tra gli over 40 si segnalano gli aumenti nelle classi 50-59 anni (da 52 a 70 casi) e 60-69 anni (da 19 a 38).