Catcalling: cos’è e quand’è reato?

Molestie di strada: quando le violenze verbali diventano un crimine? Quando è punibile il disturbo alle persone? Quando si integra lo stalking?

Apprezzamenti e complimenti non sempre sono graditi, soprattutto se fatti in contesti e in modi del tutto inopportuni. Ne sanno qualcosa le tante donne che, mentre sono in strada, diventano bersaglio dei commenti, spesso pesanti e irrispettosi, di uomini che non hanno niente di meglio da fare che importunare esternando i loro pensieri per nulla galanti. Di primo acchito, si potrebbe pensare che questa condotta sia del tutto innocente: da che mondo è mondo, gli uomini cercano di attirare l’attenzione facendo gli spavaldi. Il punto è che tali apprezzamenti sono avvertiti, giustamente, come vere e proprie molestie, degradanti per chi li riceve. Cos’è e il catcalling e quand’è reato?

Sin da subito, possiamo anticipare che viene denominata catcalling proprio la pratica molesta finora descritta, cioè quella consistente nel rendere bersaglio di commenti poco rispettosi una persona che si trova a passare in strada e con la quale, in genere, non si hanno rapporti.

Insomma: il catcalling è una sorta di bullismo, con la differenza che mentre quest’ultima condotta, generalmente, si manifesta in ambienti ristretti (all’interno delle aule di scuola, ad esempio), il catcalling può colpire chiunque, proprio perché fatto in strada da persone sconosciute. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura: vedremo insieme cos’è il catcalling e quando integra un reato.

Indice:

1 Catcalling: che cos’è?

2 Catcalling: in cosa consiste?

3 Catcalling: è reato?

4 Catcalling: quando diventa reato?

5 Catcalling: quando è stalking?

Catcalling: che cos’è?

Il catcalling è una forma di molestia che, in genere, si verifica in strada ai danni delle donne, consistente nel rivolgere commenti irrispettosi nei confronti della persona offesa. Insomma, si tratta di una vera e propria violenza verbale.

In inglese, catcalling significa “chiamare il gatto”, ed è un’espressione che si riferisce letteralmente al verso con cui si richiama l’attenzione del felino. Tanto basterebbe per comprendere come il catcalling sia una vera e propria molestia stradale in grado di turbare la vittima e di ledere la sua dignità.

Catcalling: in cosa consiste?

Il catcalling si manifesta mediante apprezzamenti più o meno volgari, fischi o versi rivolti nei riguardi della vittima. Come detto, il bersaglio del catcalling è quasi sempre una donna; nulla vieta, però, che oggetto di quest’azione possa essere anche un uomo.

Come già anticipato, il catcalling si manifesta in strada, commesso da persone che, in genere, non hanno alcun rapporto con la vittima.

Si tratta pertanto di una condotta del tutto gratuita e ingiustificata, probabilmente retaggio di una cultura patriarcale per cui alcuni uomini si sentono liberi di poter manifestare pubblicamente i loro “apprezzamenti” senza alcuna remora e, soprattutto, senza tener conto della sensibilità di chi è bersaglio di tali sgraditi commenti.

Catcalling: è reato?

Il catcalling, di per sé, non costituisce reato. Non esiste infatti una norma di legge che punisce questo tipo di condotta. Da tanto deriva che, se un gruppo di ragazzi fischia dietro a una donna che passeggia in strada, oppure rivolge alla stessa degli apprezzamenti volgari, la vittima non potrà sporgere querela presso le autorità.

Esiste, tuttavia, un’ipotesi di reato che sembrerebbero potersi adeguare anche al catcalling, trasformando così questa condotta in un’azione penalmente rilevante. Il riferimento è al reato di molestia o disturbo alle persone. Vediamo di cosa si tratta.

Catcalling: quando diventa reato?

Secondo il Codice penale [1], chi, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 516 euro.

In effetti, sembrerebbero ricorrere tutti gli elementi caratteristici del catcalling, e cioè:

il luogo in cui il fatto è commesso (pubblico o aperto al pubblico: si pensi, nel primo caso, a una comune strada o a una piazza; nel secondo, a un teatro, a un cinema o a uno stadio);

il motivo che induce all’azione. La petulanza va infatti intesa come arroganza, sfacciataggine e indiscrezione, mentre il biasimevole motivo indica in via residuale ogni altro movente riprovevole;

la molestia o, comunque, il disturbo arrecato alla vittima.

Ciò che rende differenti il catcalling dal reato di molestie o di disturbo alle persone (appena descritto) è il bene giuridico protetto dalla norma: tradizionalmente, si ritiene che questo crimine intenda punire il turbamento alla pubblica tranquillità e non la dignità della persona offesa molestata.

Tanto è dimostrato dal fatto che il reato in questione è procedibile d’ufficio e, pertanto, denunciabile da chiunque, non solo dalla vittima.

In altre parole, il reato di molestia o disturbo alle persone si integrerebbe allorquando la condotta del responsabile sia idonea non tanto a ledere la dignità della vittima, quanto a turbare l’ordine pubblico. L’interesse privato individuale riceverebbe dunque una protezione soltanto riflessa.

Pertanto, se una donna si trova a passeggio in strada da sola e un gruppo di uomini le rivolge apprezzamenti volgari senza che nessun altro intorno sia in grado di percepire l’offesa, non si potrà mai integrare il reato di cui stiamo parlando, visto che nessun turbamento deriva all’ordine pubblico.

Per converso, si può immaginare che il catcalling faccia scattare il reato di molestie se il disturbo arrecato alla vittima sia in grado di destare fastidio e sentimenti di ribrezzo in una pluralità di individui, sebbene l’oggetto dei commenti irriguardosi sia solamente una persona. È il caso della donna oggetto di fischi e apprezzamenti volgari nel bel mezzo di una manifestazione pubblica a cui partecipano molte persone, le quali sono turbate e negativamente impressionate dalla condotta molesta.

Catcalling: quando è stalking?

È molto difficile, se non improbabile, che il catcalling diventi stalking [2]. Secondo il Codice penale italiano, questo reato scatta solamente in presenza di molestie ripetute in un breve arco di tempo, a condizione inoltre che la vittima subisca un pregiudizio concreto (ansia, timore per la propria incolumità, cambio di abitudini) dalle stesse.

Si può ipotizzare che il catcalling integri stalking nell’ipotesi in cui la stessa persona (o lo stesso gruppo di individui) si faccia puntualmente trovare in strada per esternare i propri disgustosi commenti, dando vita, di fatto, ad una persecuzione ai danni della vittima.

Note:

[1] Art. 660 cod. pen.

[2] Art. 612-bis cod. pen.

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