Cosa vuol dire abuso d’ufficio? Art. 323 codice penale. Sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 44598/2019.

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Pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio: quando commette reato approfittando della propria qualità?

La legge punisce non soltanto le condotte violente che presuppongono l’uso della forza o delle armi, ma anche le prevaricazioni che avvengono sfruttando la propria posizione oppure le qualità proprie o altrui. Si pensi ad esempio a chi si approfitti della debolezza della vittima per estorcerle denaro oppure condizioni contrattuali particolarmente favorevoli; oppure ancora al pubblico ufficiale che approfitti della propria carica per ottenere indebiti vantaggi. È proprio in questa circostanza che scatta il reato di abuso d’ufficio. In cosa consiste questo particolare delitto? Cosa vuol dire abuso d’ufficio?

Sin da subito possiamo affermare che l’abuso d’ufficio è un reato che può commettere solamente il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio. In altre parole, si tratta di un crimine che non può commettere chiunque ma solamente la persona che rivesta una determinata qualità. Inoltre, è bene ricordare sin d’ora che l’abuso è concetto che presuppone l’utilizzo distorto di qualcosa di cui legittimamente si gode o si dispone. Nel caso dell’abuso d’ufficio, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio si avvantaggia illegittimamente della propria carica, facendo di essa un impiego non conforme alle regole. Fatte queste precisazioni preliminari, vediamo cosa vuol dire abuso d’ufficio e com’è punito.

Indice:

1 Abuso d’ufficio: cos’è?

2 Abuso d’ufficio: quando è reato?

3 Abuso d’ufficio: quando non c’è reato?

4 Abuso d’ufficio: cosa vuol dire?

Abuso d’ufficio: cos’è?

L’abuso d’ufficio è un reato. Per la precisione, si tratta di un reato proprio, in quanto può essere commesso solamente da chi riveste la carica di pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio. Rientrano in questa categoria i medici, gli insegnanti, gli appartenenti alle forze dell’ordine, gli infermieri, ecc.

Abuso d’ufficio: quando è reato?

A seguito della riforma del 2020, commette il reato di abuso d’ufficio il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole espressamente previste dalla legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un conflitto d’interessi, procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto [art.323 c.p.].

È bene spiegarsi in parole più semplici. Secondo la legge, il reato di abuso d’ufficio scatta solamente se il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio ottiene (per sé o per altri: magari per un parente o un amico, ad esempio) un ingiusto vantaggio o arreca un danno ingiusto ad altri violando specifiche norme di legge oppure omettendo di astenersi in caso di conflitto di interessi.

In pratica, sussiste abuso d’ufficio solamente se l’ingiusto vantaggio (o l’ingiusto danno ad altri) sia ottenuto violando una precisa regola oppure agendo in conflitto d’interessi.

È il caso, ad esempio, del dirigente pubblico che, anziché affidare l’incarico al dipendente che ne abbia diritto, proceda a un affidamento esterno solamente per arrecare un danno al primo oppure per favorire quest’ultimo [Cass., sent. n. 44598/2019].

Ancora, si ha abuso d’ufficio quando il consigliere comunale che si sarebbe dovuto astenere vota il conferimento di un incarico a un suo parente, nonostante l’evidente conflitto d’interessi.

Abuso d’ufficio: quando non c’è reato?

Non sussiste abuso d’ufficio quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, pur ottenendo un vantaggio oppure arrecando un danno, non agisce in violazione di norme di legge né si trova in conflitto d’interessi.

Inoltre, non c’è abuso d’ufficio ogni volta che la legge conferisce al pubblico ufficiale o all’incaricato di un pubblico servizio un margine di discrezionalità entro cui operare.

Si pensi, ad esempio, al sindaco che è libero di scegliere chi assumere a tempo determinato per un incarico temporaneo, magari dettato da un’emergenza sanitaria. In un caso del genere, se la legge conferisce al pubblico ufficiale la libertà di scegliere senza vincoli, allora non si commetterà abuso d’ufficio.

Infine, non sussiste il reato di abuso d’ufficio tutte le volte in cui la violazione di legge sia stata commessa inconsapevolmente dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di un pubblico servizio.

In altre parole, l’abuso d’ufficio presuppone l’intenzionalità della condotta illecita (il famoso dolo), cioè la consapevolezza di violare una norma o di agire in conflitto d’interessi per ottenere un vantaggio oppure per arrecare un danno.

Abuso d’ufficio: cosa vuol dire?

Un tempo abuso d’ufficio significava approfittarsi della propria carica pubblica per trarre un ingiusto guadagno per sé o per altri.

A seguito della riforma del 2020, come appena visto, la portata dell’abuso d’ufficio è stata ristretta ai soli casi di violazione di specifiche norme di legge oppure delle regole sull’astensione nel caso di conflitto d’interessi.

Di conseguenza, oggi il significato di abuso d’ufficio si è modificato, in quanto l’abuso è stato limitato ai soli casi di violazione di norme di legge.

Alla luce di ciò, abuso d’ufficio vuol dire commettere un reato, ma solo se la condotta viola una norma di legge oppure sia commessa in una posizione di conflitto d’interessi. In tutti gli altri casi, se il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio agisce nei limiti della discrezionalità concessagli dalla legge, non si avrà alcun delitto.

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