14 diritti degli studenti. Art.34 della Costituzione della repubblica italiana.

Multi-ethnic group of teenage friends hang out, huddle together with arms around each other outdoors. Blue sky background.

Istruzione obbligatoria, riservatezza, partecipazione, rispetto delle proprie radici, potenziamento delle loro capacità: così la legge tutela gli alunni.

«La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». La Costituzione italiana, all’articolo 34, sancisce in questo modo uno dei diritti principali dei bambini e dei ragazzi: quello allo studio. Un diritto, però, che non si limita all’accesso all’istruzione ma che comprende tanti aspetti della vita scolastica. Ci sono almeno 14 diritti degli studenti che vanno rispettati dentro e fuori le aule.

Alcuni sono stabiliti dalla legge italiana, altri vengono riconosciuti da diversi trattati internazionali. L’obiettivo comune è quello di tutelare la figura dello studente rendendolo partecipe di tutto ciò che riguarda il suo percorso di formazione. Evitare, insomma, che si limiti a frequentare la scuola solo per assistere alle lezioni e per dare gli esami, senza alcuna capacità di decisione.

Vediamo quali sono i 14 diritti degli studenti che occorre tenere sempre in considerazione.

Indice:

1 Diritto dello studente all’istruzione;

2 Diritto dello studente allo sviluppo della propria persona;

3 Diritto dello studente a mantenere le proprie radici;

4 Diritto dello studente alla partecipazione;

5 Diritto dello studente all’uscita anticipata;

6 Diritto dello studente a conoscere e contestare i propri voti;

7 Diritti degli studenti contenuti nell’apposito Statuto;

Diritto dello studente all’istruzione

Come detto all’inizio, la Costituzione italiana garantisce il diritto dello studente all’istruzione. Anni fa [1], il ministero competente sancì l’obbligo di frequentare la scuola dai 6 ai 16 anni in modo da poter ottenere un titolo di studio di scuola secondaria superiore (la Maturità, per intenderci) o una qualifica professionale almeno triennale prima di diventare maggiorenni.

L’istruzione obbligatoria deve essere gratuita:

nelle scuole statali e paritarie;

nelle strutture accreditate per la formazione professionale dalle Regioni;

attraverso l’istruzione parentale.

Una volta conclusa la fase obbligatoria, lo studente ha anche il diritto di:

proseguire gli studi nel sistema di istruzione scolastica;

frequentare dei corsi di formazione professionale;

avviarsi in un percorso di apprendistato, con contratto di lavoro formativo, per imparare una professione o un mestiere e poter accedere al mondo del lavoro;

frequentare un corso di istruzione per adulti.

Il diritto all’istruzione viene riconosciuto anche dalla Convenzione dell’Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia due anni più tardi [2]. Nello specifico, sul documento si legge che «tutti i bambini hanno il diritto di ricevere un’istruzione» e mette nelle mani di ogni singolo Stato firmatario (compresa, naturalmente, l’Italia) la responsabilità di controllare che ogni bambino frequenti la scuola e di aiutare le famiglie a permettere che i minori continuino gli studi dopo la scuola primaria.

Diritto dello studente allo sviluppo della propria persona

La legge e le convenzioni internazionali sanciscono anche il diritto degli studenti a sviluppare al meglio la propria personalità ed il loro talento, ad accrescere le loro capacità fisiche e mentali e ad essere educati a vivere in maniera responsabile e pacifica, in una società libera, nel rispetto dei diritti degli altri e nel rispetto dell’ambiente.

Diritto dello studente a mantenere le proprie radici

In una società sempre più multietnica e multiculturale, la legge sostiene il diritto degli studenti che appartengono alle minoranze a mantenere la loro cultura, a professare il proprio credo e, pur riconoscendo l’italiano come lingua ufficiale, a parlare la loro lingua.

Su quest’ultimo punto, in particolare, il ministero precisa che le scuole devono «curare l’apprendimento della lingua della minoranza e, nell’esercizio dell’autonomia organizzativa e didattica e stabilire come debbano svolgersi le attività di insegnamento della lingua e delle tradizioni locali, anche sulla base delle richieste dei genitori degli alunni. Questi, al momento dell’iscrizione, comunicano se intendono avvalersi, per i propri figli, dell’insegnamento della lingua della minoranza».

La libertà religiosa viene garantita dalla Costituzione italiana, all’articolo 19: «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa – si legge nella Carta – in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume».

Diritto dello studente alla partecipazione

Gli studenti, anche minorenni, hanno diritto a partecipare alla vita scolastica attraverso gli organi di gestione di cui fanno parte anche docenti e rappresentanti dei genitori, eletti all’interno della categoria di appartenenza. Significa che i rappresentanti degli studenti sono scelti dagli stessi ragazzi, così come i rappresentanti dei genitori sono eletti dagli altri genitori.

Nei livelli di base della scuola, gli organi di gestione hanno una funzione propositiva, mentre nei livelli superiori è ammessa anche la funzione deliberativa.

Gli organi di gestione, a seconda dei gradi scolastici, prevedono la presenza dei docenti e del dirigente scolastico (o un docente da lui delegato) e:

nel consiglio di intersezione per la scuola dell’infanzia, un rappresentante dei genitori;

nel consiglio di interclasse per la scuola primaria (le vecchie elementari), un rappresentante dei genitori per ciascuna delle classi;

nel consiglio di classe per la scuola secondaria di primo grado (le vecchie scuole medie), quattro rappresentanti dei genitori;

nel consiglio di classe per la scuola secondaria superiore (licei ed equivalenti), due rappresentanti dei genitori e due rappresentanti degli studenti.

Gli alunni delle superiori hanno anche il diritto di far parte del consiglio di istituto.

Diritto dello studente all’uscita anticipata

L’uscita anticipata è uno dei diritti degli studenti riservato ai soli maggiorenni. Si tratta della possibilità di decidere autonomamente di uscire dalla scuola in anticipo con un’autorizzazione firmata dallo stesso alunno. Nel caso in cui il dirigente (che ha la responsabilità civile e penale su tutti i ragazzi che frequentano il suo istituto) rifiutasse tale richiesta, lo studente potrebbe denunciarlo per violenza privata o per sequestro di persona.

Tuttavia, se il dirigente ritiene che, pur dovendo rispettarla, la scelta del ragazzo sia sbagliata, potrebbe avviare contro di lui un procedimento disciplinare.

Diritto dello studente a conoscere e contestare i propri voti

Anche in questo caso, si parla di diritti degli studenti maggiorenni. L’alunno ha la facoltà di conoscere i suoi voti secondo il principio di trasparenza. Ha pure la possibilità di chiederli al docente prima che vengano resi noti, per rispetto della privacy.

Lo studente ha il diritto di contestare un voto che si ritiene ingiusto e non motivato. Per farlo, però, deve presentare ricorso amministrativo e/o giudiziario contro quella valutazione e non contro il docente, a meno che quest’ultimo abbia palesemente agito in malafede o a scopo discriminatorio.

Diritti degli studenti contenuti nell’apposito Statuto

Va citato, infine, lo Statuto dei diritti degli studenti (che contiene anche i doveri dei ragazzi), contenuto in un Decreto del Presidente della Repubblica [3].

Lo Statuto elenca, oltre a quelli già visti, questi altri diritti:

il diritto alla riservatezza;

il diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo porti a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento;

il diritto ad un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità;

il diritto ad offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni;

il diritto a iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica;

il diritto alla salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con handicap;

il diritto alla disponibilità di un’adeguata strumentazione tecnologica;

il diritto a servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica.

Note:

[1] Circ. Ministero P.I. n. 101/2010.

[2] Legge n. 176/1991.

[3] DPR n. 249/1998.

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