Anche un bacio sulla guancia può essere violenza sessuale.

Perfino un gesto apparentemente innocuo può essere considerato reato quando fa parte di un complesso di comportamenti che incidono sulla libertà della persona.

Un bacio sulla guancia può essere ritenuto un atto sessuale? A naso verrebbe da dire di no. In realtà, non solo in alcuni casi può acquisire una connotazione sessuale, ma può essere anche ritenuto alla stregua di una violenza.

Ci sono diverse sentenze della Cassazione in tal senso [Cass. pen. sez. III 23/10/2019, n. 43423; Cass. pen. sez. III 13/02/2007, n. 25112; Cass. pen. sez. III, 12/02/2014, n. 10248].

L’ultima risale a pochi giorni fa, precisamente al 17 febbraio [Cass. pen. sez. III 17/02/2021 n. 6158.].

I giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna di un uomo per il reato di violenza sessuale.

L’imputato aveva dato a una donna un bacio sulla guancia, le aveva fatto una serie di complimenti e sfiorato il seno. Il tutto sarebbe avvenuto sul posto di lavoro di lei, che stava sistemando la copertura dei sedili dell’automobile di lui.

Questa serie di gesti gli era valsa una condanna sia in primo grado, sia davanti alla Corte d’appello. Ritenendo di non aver violentato nessuno, l’uomo aveva fatto ricorso fino in Cassazione per affermare la sua totale buona fede.

Il suo difensore ha ridimensionato ognuno degli atteggiamenti contestati sul capo di imputazione. A cominciare dal bacio sulla guancia, comportamento, secondo il legale, «privo di rilevanza penale, essendosi limitato l’uomo a un semplice gesto di cortesia». Questo tipo di bacio, peraltro, non coinvolge una zona erogena del corpo. L’avvocato ha anche evidenziato come la donna non abbia «palesato al riguardo alcun fastidio» e come il gesto fosse stato «frainteso a posteriori».

Quanto al seno sfiorato, è stato un atto del tutto involontario, ha precisato l’imputato tramite il suo legale. Un «incidente», avvenuto mentre i due stavano sistemando la gomma piuma a copertura dei sedili dell’auto, mansione che competeva alla donna, in quanto rientrante nella sua attività lavorativa. «L’uomo tentò di aiutarla – ha spiegato il difensore – venendo occasionalmente e senza alcuna volontà in contatto con il seno della donna». «Nessuna valenza erotica», dunque, secondo la difesa: né al bacio, né ai complimenti, né al palpeggiamento.

Ma la Corte di Cassazione non è dello stesso parere. Per quanto si possa concordare sul fatto che la guancia non sia una zona erogena e, dunque, un bacio in questo punto del viso non sia un atto sessuale in se e per se, ci sono occasioni in cui può diventarlo e diventare, quindi, anche penalmente rilevante. Contestualizzando questo bacio e mettendolo in relazione agli altri atteggiamenti dell’uomo, i giudici ne sottolineano la «modalità repentina e subdola».

La Cassazione, dunque, ha intravisto un pericolo per la donna nel comportamento dell’uomo, perché quel gesto, proprio in quanto «repentino e subdolo», ha in qualche modo inciso sulla sfera sessuale della donna, finendo per invaderla. La portata erotica del comportamento dell’imputato va desunta dal complesso dei suoi atteggiamenti nei confronti della donna.

Il contesto dei fatti, considerati nella loro interezza, è, per la Cassazione, «già idoneo a giustificare una lettura tutt’altro che innocente dell’azione», confermata dal palpeggiamento, di cui viene evidenziata la «valenza sessuale». Da qui, la conferma della sentenza di condanna.

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