La marijuana è legale?

Cos’è la marijuana? Il consumo della marijuana e della cannabis è legale in Italia? Quali sono le conseguenze giuridiche?

La legislazione italiana è torrenziale: nuove leggi vengono emanate continuamente, aggiungendosi al mare magnum già esistente.

Nessuno sa quante leggi siano attualmente in vigore in Italia: sicuramente centinaia di migliaia, forse milioni. Se consideri che ogni singola legge può contenere, al suo interno, tantissime norme,

cioè precetti o divieti vincolanti per la società, potrai farti una pallida idea del numero praticamente sterminato di disposizioni vigenti nel nostro Paese.

Questa è una delle ragioni per cui non sempre è ben chiaro cosa sia permesso e cosa no: in altre parole, a causa del gran numero di leggi, a volte si perde di vista il confine tra la legalità e l’illegalità.

Caso emblematico è quello della marijuana, una delle più note varietà di cannabis. Mi sapresti dire con certezza se la marijuana è legale? E se sì, quando? L’incertezza che si registra intorno a

questi quesiti è data fondamentalmente dal tenore della legge italiana, la quale risulta sul punto oscura oppure di difficile comprensione.

Sicuramente saprai che il consumo di qualsiasi tipo di sostanza stupefacente, leggera o meno, è consentito se fatto per uso personale: in pratica, se decidi di drogarti, non sei penalmente

perseguibile. Il problema è se cedi la droga ad altri: lo spaccio è un grave delitto, punito con la reclusione.

Rispondere al quesito «la marijuana è legale?» significa dover analizzare la problematica distinguendo a seconda della singola situazione: fare uso personale di marijuana è legale (sarebbe più

corretto dire che non fa incorrere in conseguenze di natura penale); cederla no; coltivarla nemmeno, a meno che non si rientri nell’ipotesi della canapa avente principio psicoattivo inferiore ai

limiti di legge.

È allora il caso di fare chiarezza.

Indice:

1 Marijuana: cos’è?

2 Marijuana: è legale farne uso?

3 Marijuana: quando è illegale?

4 Marijuana: quali conseguenza legali?

5 Marijuana: è legale l’uso terapeutico?

Marijuana: cos’è?

Prima di capire se la marijuana è legale, è appena il caso di spendere due parole su cosa sia la marijuana.

Se non lo sai, la marijuana è una sostanza psicoattiva che si ottiene dalle infiorescenze essiccate della cannabis, cioè delle piante femminili di canapa. In poche parole, la marijuana si ricava dalla

pianta della canapa.

La canapa, di per sé, non è illegale: il problema è la quantità di sostanza psicoattiva in essa contenuta. In tutte le varietà di canapa, infatti, sono presenti, in concentrazioni e proporzioni variabili,

diverse sostanze psicoattive, tra cui il delta-9-tetraidrocannabinolo (comunemente detto thc), che è sostanza stupefacente, in grado di alterare la percezione psicosensoriale di chi la assume.

Poiché la marijuana è un preparato derivante dalla canapa ed è sostanza avente thc elevato, il suo consumo è consentito solamente per uso personale o, eccezionalmente, per uso terapeutico: come

vedremo, ciò significa che chi fuma marijuana non è penalmente perseguibile, ma rischia comunque di incorrere in una sanzione amministrativa.

Marijuana: è legale farne uso?

La marijuana è legale? Solamente se ne fai un uso personale, senza cederla (nemmeno gratuitamente) a terzi: lo spaccio di sostanze stupefacenti è un reato molto grave, punito con

sanzioni elevate.

Secondo la legge, chi fa uso di droghe non commette, di per sé, alcun reato, salvo il ricorrere di alcune circostanze (ad esempio, guida di un’autovettura) e salvo la possibilità di incorrere in

sanzioni amministrative, come ad esempio la sospensione o la revoca della patente, la revoca del porto d’armi, ecc. Al contrario, rischia pene molto dure colui che spaccia droga.

Nello specifico, la legge sanziona severamente (fino a venti anni di detenzione) tutta una serie di condotte che riguardano le sostanze stupefacenti: si va dalla coltivazione alla produzione, dalla

fabbricazione all’estrazione passando per la cessione, l’offerta, la distribuzione, il commercio e il trasporto di sostanze stupefacenti [1].

Marijuana: quando è illegale?

Abbiamo capito che la marijuana è legale se la usi per te stesso. Il punto è che non è sempre facile capire se la droga trovata addosso ad una persona sia destinata all’uso personale (perfettamente

legale) oppure allo spaccio (che, invece, costituisce reato). Normalmente, per capire se le sostanze rinvenute siano cedute oppure tenute per sé le autorità fanno attenzione ad alcune circostanze,

quali:

il quantitativo (una grossa dose difficilmente sarà destinata esclusivamente all’uso personale);

la presenza di accessori, quali coltellini, carta stagnola, bilancini e altri strumenti che, di solito, sono utilizzati per preparare la droga per la vendita;

la presenza di grosse somme di denaro, introiti dello spaccio.

Secondo la giurisprudenza [2], inoltre, è illegale coltivare la marijuana o, comunque, qualsiasi pianta (anche diversa dalla cannabis) dalla quale è estraibile la droga, a meno che non si rientri nelle

particolari ipotesi di coltivazione della canapa per specifiche finalità (per approfondire questo argomento ti rimando alla lettura dell’articolo Cannabis legale: cosa prevede la legge).

Marijuana: quali conseguenza legali?

Tirando le fila di quanto sinora detto, possiamo dire che la marijuana è legale, o meglio, non costituisce reato, se la detenzione è per uso personale; resta comunque una condotta punita a titolo di

illecito amministrativo. Secondo la legge, le sanzioni previste per chi viene trovato in possesso di marijuana sono:

sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo

fino a tre anni;

sospensione della licenza di porto d’armi o divieto di conseguirla;

sospensione del passaporto e di ogni altro documento equipollente o divieto di conseguirli;

sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario [3].

A queste ipotesi vanno aggiunte quelle specificamente previste dagli altri provvedimenti: ad esempio, chi è colto alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti rischia, dal punto di vista penale,

l’ammenda da 1.500 a seimila euro e l’arresto da sei mesi ad un anno e, dal punto di vista amministrativo, la sospensione della patente di guida da uno a due anni [4]. Le pene sono aumentate nel

caso in cui il conducente sotto effetto di sostanze stupefacenti abbia causato un incidente, abbia meno di ventuno anni oppure abbia conseguito la patente di guida da meno di tre anni.

Marijuana: è legale l’uso terapeutico?

Abbiamo chiarito che la marijuana è legale in determinate circostanze, mentre in altre è assolutamente illecita. In realtà, finora abbiamo distinto la marijuana a seconda che il suo consumo sia

punito penalmente oppure solo in via amministrativa; vi sono tuttavia dei casi in cui la marijuana è legale nel vero senso della parola, in quanto il suo utilizzo non comporta alcuna conseguenza. Si

tratta dell’ipotesi di marijuana per uso terapeutico, la quale può essere prescritta dal medico solo quando i trattamenti convenzionali non danno risultati soddisfacenti o non sono più sufficienti a

controllare i sintomi indotti da alcune patologie. Ad esempio, la prescrizione di farmaci contenenti marijuana è frequente per alleviare dolori cronici di forte intensità dovuti alle sedute

chemioterapiche oppure ogniqualvolta ci sia bisogno della terapia del dolore.

Note:

[1] Art. 73, D.p.r. 309/90.

[2] Cass., sentenza n. 38868 del 24 agosto 2018.

[3] Art. 75, D.p.r. 309/90.

[4] Art. 187 codice della strada.

1 Comment

  • Pasquale

    15/04/2022 - 18:17

    Salve avvocato Gandolfo,
    ho letto il suo blog e vorrei indicarle il mio accaduto sperando di avere un’opinione o comunque una considerazione da parte di un esperto come lei. Ora io, ammetto la mia ignoranza in materia, però non è richiesta una particolare perspicacia per percepire che quello che mi è accaduto è una violazione dei diritti personali di una persona.

    Il suo blog e l’informazione in esso contenuto, introduce una probabile prova di una consapevolezza che ho già, ovvero che probabilmente non si potrà fare nulla per il mio caso… però sarebbe ideale che qualcuno lo sappia e sia consapevole che la legge che abbiamo oggi in vigore nel nostro stato è alquanto compromettente e che prima o poi dovrà cambiare, soprattutto in vista di una probabile moltiplicazione di segnalazioni come questa o dell’avvenimento di circostanze simili a quella da me vissuta.

    Ricapitolando, quindi, il luglio scorso, dopo un periodo di vita di 6 anni in Spagna, decisi di ritornare in Italia. Mi era venuto a prendere mia mamma con la macchina: avevo bisogno di un mezzo perchè, come può ben immaginare, dopo sei anni ero pieno di vestiti, di abiti, di libri e di oggetti da portare in Italia. Al nostro sbarco, mi trovavo in macchina al posto del passeggero dal porto di Civitavecchia.
    Probabilmente per il mio aspetto (ho i rasta), ci fermarono e ci chiesero se avevo qualcosa da dichiarare. Indicai che nel portatabacco avevo un quantitativo esiguo di fumo per uso personale.
    Effettuati i relativi controlli, veniva quantificata la sostanza in 2.7 grammi (vorrei tra l’altro aprire una piccola parentesi indicando che era stata pesata la sostanza più il cellophane tra l’altro, ma vabbè, al massimo sarebbe stato 2.5 grammi ma comunque non è questo il punto). Da lì a qualche mese mi arrivò una notifica nella regione in cui sono ritornato a vivere, il Trentino, che mi esortava a presentarmi al commissariato del governo del capoluogo.
    Lì ebbi una visita con una dottoressa che mi indicò che avrei dovuto seguire il procedimento standard che prevede una serie di visite al SER.D. (servizio per le dipendenze) per provare che il mio era un uso occasionale.

    Al Ser.D. riuscii ad andarci solo da Marzo (prima non avevo potuto per motivi di lavoro e perchè, a Gennaio, verso metà del mese, avevo contratto il COVID e quindi ero dovuto stare in quarantena per buona parte del periodo). Una volta andato al Servizio, mi comunicarono che mi avrebbero fatto le analisi delle urine e del capello. Tra l’altro mi specificarono che le analisi del capello era stato un procedimento da poco reintrodotto e che prima si facevano solo diversi incontri dove si analizzavano solo i campioni di urine.

    Ora, introduco che tutto questo procedimento mi sembra abbastanza discriminante: io lavoro ed ho un orario dove, per esempio, alla fine della mia giornata lavorativa, non ci sono mezzi di trasporti per ritornare al mio domicilio e quindi ho bisogno della patente per andare proprio dal posto di lavoro a casa e viceversa.
    Ma poi non capisco il motivo delle analisi del capello: a Capodanno ho fatto un periodo di vacanza a Barcellona dove vivevo e li ho fumato canne visto che in quel paese non sei considerato un criminale se fumi. Per farle intendere il grado di civiltà di quello stato, per sei anni io finivo di lavorare ed andavo ad uno degli innumerevoli socials club presenti nella città, senza essere minimamente discriminato nè riportare problemi relativi al trasporto di sostanze tipo 2.7 grammi di hashish (non mi piace affatto farlo, ma mi permetto di giudicare l’accaduto come estremamente ridicolo!).

    Io ora sto seguendo il procedimento. Tuttavia, volevo segnalare a qualche esperto la faccenda che mi sta interessando perchè mi sembra alquanto assurda. Nel mio caso io non fumo e non faccio uso di sostanze in generale da Capodanno… ma perchè ostinarsi così tanto per poco più di 2 grammi di fumo? Che tra l’altro ho indicato spontaneamente al posto di blocco agli agenti? Ovvero, io intenzionalmente dissi di non essere riuscito a fumarmi quel quantitativo perchè la sostanza era troppo buona e non riuscivo a finirla tutto. La mia ingenuità era stata la speranza che in sei anni, l’Italia fosse diventata un poco più tollerante da questo punto di vista. Comunque, a questo punto, non era meglio se indicavo che non avevo nulla da dichiarare?
    Inoltre…io sono un fumatore responsabile: non stavo guidando e non avrei guidato sotto effetto di THC. Il procedimento in vigore in Italia mi sembra però abbastanza invasivo in termini di libertà civili individuali. Io ora mi atterrò al procedimento. Secondo il mio modesto parere, sarebbero state sufficienti delle semplici analisi delle urine (che comunque vanno indietro nel tempo di 1 – 2 mesi e comunque sono già una prova che la mia è una dipendenza psicologica invece che fisica). Inoltre se mi avessero informato fin da subito delle analisi del capello, nelle vacanze di Capodanno me ne sarei stato a casa proprio perchè non vorrei essere compromesso al lavoro per 2 canne…
    Infatti spero di essere assolutamente negativo e semplicemente preoccupato per l’accaduto ma… e se le analisi del capello dovessero risultare positive? Perchè ho fumato a Capodanno? Se risultassero positive, mi verrebbe sospesa la patente ed a quel punto potrei tranquillamente dire addio al lavoro: dubito che i miei cari mi accompagnerebbero e mi verrebbero a riprendere ogni singolo giorno di quei sei settimanali che lavoro, mi vogliono bene, non fraintenda, ma anche loro hanno una vita e degli impegni da compiere. Inoltre io non sarei intenzionato al momento di farmi chilometri di bicicletta dopo una giornata di lavoro e di notte per una cosa che in un altro paese è tollerata mentre qui in Italia ancora no.

    Come anticipavo prima sono consapevole che probabilmente il mio sarà solo un ennesimo caso che finirà nell’oblio dei consumatori occasionali di canapa… se dovesse comunque avere qualche consiglio da darmi, sarebbe ben accetto. Intanto già avere una pagina che informa il cittadino della sostanza come fa lei senza considerarla banalmente ed in modo alquanto ignorante una droga, fa avere speranze per un futuro migliore.
    Tenga in considerazione il mio caso se vuole portare avanti battaglie a favore di un uso consapevole e ricreativo della marihuana, anzi, se vuole sapere qualche altra cosa, anche se semplicemente per il suo blog, mi contatti, sarò a sua disposizione. O se magari avesse qualche altro esperto, qualche associazione, o qualche altro avvocato al quale potrebbe interessare il mio accaduto come ennesima prova che le leggi a riguardo in materia, nel nostro paese, sono alquanto retrograde ed insufficienti per contrastare un problema che in realtà nemmeno c’è (o per lo meno nel mio caso, ma non conosco gente che ha avuto problemi di dipendenza usando solo marihuana, e le assicuro che ho avuto modo di viaggiare e mettermi in confronto con varie culture).

    Comunque massima solidarietà per la sua lotta e per la sua informazione. Tanti auguri di buona Pasqua per il suo operato.

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