Codice del consumo.

Codice del Consumo

Introdotto con il decreto legislativo n. 206 del 6 settembre 2005, a norma dell’art. 7

della legge delega n.229/2003, in attuazione di una serie di direttive dell’Unione

Europea, il Codice del Consumo rappresenta un fondamentale traguardo nella tutela

dei consumatori (aggiornato con la legge 28 febbraio 2020, n. 8 – G.U. 29/02/2020,

n.51).

Il testo del codice del consumo:

Parte I Disposizioni Generali (artt. 1-3)

Parte II EDUCAZIONE, INFORMAZIONE, PUBBLICITA’ (artt. 4-32)

Parte III IL RAPPORTO DI CONSUMO (artt. 33-101)

Parte IV SICUREZZA E QUALITA’ (artt. 102-135)

Parte V ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI E ACCESSO ALLA GIUSTIZIA (artt. 136-141)

Parte VI Disposizioni finali (artt. 142-146).

Con l’ingresso del Codice del Consumo, il legislatore ha provveduto a riunire sotto

un’unica disciplina organica tutte le norme vigenti in materia, armonizzandole con

quelle esistenti nel diritto comunitario, nel segno della semplificazione e del

coordinamento.

Grazie all’autonomo rilievo conferito alla figura del consumatore e alla previsione di

una serie di strumenti concreti di tutela, il testo rappresenta una pietra miliare nel

riconoscimento dei diritti dei consumatori, con la finalità primaria di rafforzarne la

protezione, quali parti più deboli dei rapporti di consumo.

Nei 146 articoli di cui si compone il testo di legge, il filo conduttore è, difatti, la

tutela più ampia dei diritti dei consumatori, sia come singoli che come associazioni,

nelle relazioni con gli operatori commerciali, estesa a tutte le fasi del rapporto di

consumo, dalla pubblicità all’adeguata informazione, dalla qualità alla sicurezza dei

prodotti e dei servizi, dalla correttezza e trasparenza contrattuale alle clausole

abusive, sino all’accesso alla giustizia, con forme ed azioni finalizzate ad esercitare in

concreto la tutela dei singoli diritti sanciti.

Il Codice ha subito nel corso del tempo diversi interventi che ne hanno modificato

impianto e contenuti, tra cui rilevano in particolare: le modifiche apportate dalla

legge nazionale n.244/2007 che ha introdotto l’art. 140-bis, sancendo la possibilità

di esperire la c.d. “class action“, cioè l’azione collettiva finalizzata all’ottenimento

del risarcimento del danno in capo al gruppo di consumatori danneggiati da un

medesimo evento lesivo; la normativa complementare dettata dalla direttiva CE n.

7/1997 sulla protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza,

recentemente modificata dalla direttiva 2011/83/UE e attuata dal D.lgs. n. 21 del

21.2.2014.

Dal punto di vista strutturale, il Codice si suddivide in 6 parti articolate per categorie

tematiche.

Nella prima vengono enunciati i diritti fondamentali tutelati e le finalità del Codice

stesso, oltre alle definizioni di consumatore e professionista (artt. 1-3); nella

seconda, sono dettate le norme in materia di educazione, informazione e pubblicità

(artt. 4-32); la terza parte è dedicata alla disciplina contrattuale dei rapporti di

consumo (artt. 33-101); nella quarta, invece, sono contenute le norme in materia di

sicurezza e qualità dei prodotti e di responsabilità del produttore per gli eventuali

danni cagionati (artt. 102-135); la quinta parte è relativa alle disposizioni inerenti le

associazioni dei consumatori e ai giudizi che le stesse sono legittimate a promuovere

nelle ipotesi di violazione degli interessi collettivi (artt. 136-141); la sesta e ultima

parte, infine, concerne una serie di disposizioni finali (artt. 142-146), tra le quali

rileva l’art. 143 che definisce irrinunciabili i diritti riconosciuti ai consumatori

dichiarando nulla ogni pattuizione in contrasto con le disposizioni del codice.

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